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ISEE: Dalla Regione Lazio una importante occasione persa

  • Immagine del redattore: Anna Maria Messina
    Anna Maria Messina
  • 15 giu 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Durante l’audizione al

​​la Commissione Bilancio della Regione Lazio fummo facili profeti.

Infatti, in occasione della illustrazione e discussione del Bilancio alle parti sociali, mettemmo in evidenza che la riforma dell’IS​​EE avrebbe creato uno squilibrio ai danni delle fasce più deboli della popolazione, e così è stato.

Va detto, per onestà intellettuale che ad oggi dati ufficiali non ne abbiamo trovati, ma difficoltà tante. Ci riferiamo, nel dettaglio, a tutti quei servizi sociali che gli enti locali, dai Municipi alla Regione, erogano alle famiglie socialmente più esposte perchè economicamente deboli, dietro presentazione di una certificazione del reddito, l’ISEE appunto.

Un documento ​​che il Governo Renzi ha ritenuto opportuno modificare e riformare con una serie di indicazioni supplementari, quali ad esempio gli autoveicoli, e a rafforzare le indicazioni già presenti, quali il patrimonio mobiliare, conti correnti, risparmi, ed altro.

Ebbene già da a​​llora non ci sfuggiva che questa riforma sarebbe stata onerosa per i cittadini e avrebbe avuto come conseguenza diretta l’innalzamento, a parità di reddito, degli indicatori ISEE, e così è stato, e come conseguenza indiretta il rendere inaccessibili molti servizi sociali cui potevano fruire molte famiglie fino all’anno precedente. Pensiamo alla scuola, con i buoni libro, o a tutto il complesso mondo della sanità e del diritto alla salute.

Chiedemmo, sostanzialmente, durante l’audizione non di modificare l’ISEE, la Regione non ha il potere di modificare una norma nazionale, ma di implementarla, questo si, con dei correttivi regionali che prevedessero un quoziente famiglia, o un sistema che adeguasse l’accesso a questi servizi alle risultanze dei nuovi indicatori, ma non fummo ascoltati.

La Commissione Bilancio della Regione Lazio, così facendo, purtroppo mise ancora una volta in evidenza la distanza abissale tra la politica ed i bisogno delle famiglie, specie quelle più deboli.

Per carità, ribadiamo che ancora non esistono dati ufficiali, e forse non esisteranno mai, ad eccezione dei bilanci consuntivi degli enti locali che non sono mai compiutamente analizzati e discussi. Però esistono le relazioni ed i rapporti, i nostri CAF ci parlano continuamente di un disagio di chi si rivolge a loro proprio su questa tematica.

Di una cosa siamo certi, da ora chiederemo di analizzare anche i bilanci consuntivi per evidenziare i risparmi ottenuti dalla non erogazione di servizi, chiedendo dove sono stati spesi quei soldi distolti da finalità sociali.

 
 
 

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