POLITICHE DI GENERE: ALLA RICERCA DI UN MODELLO EUROPEO
- Anna Maria Messina
- 2 nov 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Il giorno 30 ottobre, presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si è tenuto l’evento pubblico dal titolo: “Visioni e prospettive al femminile per un nuovo modello europeo”, promosso dalla Fondazione Friedrich-Ebert e dalle parlamentari italiane e tedesche. Il confronto, avviato diversi anni fa, è un appuntamento che si rinnova con il fine di analizzare le differenze su temi e problematiche femminili in Italia, Germania e Austria. Per la UGL era presente all’evento Luisa Molè - Responsabile Welfare e politiche di genere per l'Unione Regionale del Lazio. L'interessante dibattito ha posto l'attenzione sulla necessità della realizzazione, per le donne cittadine dell'Unione Europea, di modelli di vita paritari attraverso il lavoro e l’indipendenza economico-finanziaria, senza rinunciare alla maternità e alla famiglia, concretizzando un unico modello europeo che vada oltre i Governi Nazionali, senza distinzioni di genere. Il gender gap può essere abbattuto attraverso la diffusione di una cultura contro gli stereotipi di genere, per un'equità di remunerazione, uguali opportunità di carriera, flessibilità di orario e infrastrutture sociali che consentano conciliazione tra lavoro e famiglia. Tematiche note, queste, che indicano come ci sia ancora molta strada da fare, una strada tutta in salita quella delle donne dove, per esempio, il lavoro part-time non è sempre una libera scelta ma, troppo spesso, diventa una scelta obbligata per supplire alla carenza di servizi e infrastrutture per la cura dei figli e dei genitori anziani; inoltre non va dimenticato che la penalizzazione a medio lungo termine per le donne è doppia, infatti un orario di lavoro ridotto darà alle donne una pensione sicuramente più bassa. Dal rapporto del McKinsey Global Institute emerge in maniera netta come molti paesi potrebbero incrementare il Pil di oltre il 20%, se le donne venissero messe in condizione di esprimere il loro potenziale professionale. L’altra tematica emersa, nel corso dell'evento, è l’urgenza di mettere in atto una politica europea solidale e comune di immigrazione ed asilo, con un meccanismo di equa ripartizione dei rifugiati che, per circa un terzo, sono di sesso femminile. Per quanto riguarda l'Italia, l’attuale grave crisi finanziaria e le politiche di austerità minacciano le recenti conquiste delle donne in termini di reddito, di occupazione e di infrastrutture sociali. E’ urgente ripensare ad un modello italiano di Stato sociale che garantisca un'adeguata assistenza ai nuclei familiari che ne hanno bisogno, così da consentire alle donne minori sacrifici professionali.
Comments