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Dopo il danno la beffa - Lettera del segretario UGL Medici al Ministro Lorenzin

  • Segretario Ugl Medici
  • 19 ott 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

A margine delle solite cronache sulla sanità che non funziona, con la crisi economica che dilata ed aggrava le contraddizioni, purtroppo da molti annunciate, la Sanità Campana continua a boccheggiare , dal disordine e per le carenze ataviche.

Carenze croniche di personale , di ambulanze, di attrezzature, di fondi ed infine di programmazione.

Abbiamo sempre sostenuto che non avrebbe senso e sarebbe mera polemica, considerata la contingenza, addossare le principali responsabilità al Direttore o Commissario del momento; tra l'altro il turbinio dei loro avvicendamenti ,negli ultimi anni , ci ha quasi fatto perdere la capacità di tenerne a mente i nomi e, soprattutto, le linee programmatiche di ciascuno: quasi mai portate a compimento per motivi di tempo limitato e limitante.

Ma forse potremmo ricrederci sulle responsabilità politico programmatiche da noi attribuite solo alla crisi economica e del welfare italiano se continueremo ad assistere ad una certa forma di inerzia provocatoria del governo campano della salute

Non possiamo più accettare che si utilizzino delle commissioni interne alle aziende sanitarie per dei processi sommari al dipendente indicato come colpevole a priori della morte del malato, promettendo possibili licenziamenti catartici, in programmi televisivi nazionali in prime time, non chiarendo bene a quale oscura normativa si riferisca.

Tale processo mediatico, improduttivo ai fini della ricerca della vera giustizia che andrebbe fatto nelle sedi proposte con il rispetto della normative costituzionali e del diritto, raggiunge purtroppo il risultato di incancrenire la fiducia di cittadini nel ruolo del medico e della sanità in genere, avvelenando i pozzi del già cagionevole welfare nazionale.

Gli stessi medici messi alla gogna per una morte in ospedale o per una visita sul pavimento o sulla scrivania, come se in ospedale ci si andasse solo per guarire e mai per morire, come se la sistemazione alberghiera negli Ospedali sia sempre ottimale, quegli stessi medici sono indirizzari di richieste di sacrificio e di abnegazione, uniche in Europa, a fronte di nulla o di un tradimento morale.


Intanto il piano di rientro dal deficit sanitario dura da dieci anni, le assunzioni sono per lo più bloccate da quella data, le considerazioni che noi sindacati medici facemmo, quasi due anni fa, ai ministri Lorenzin e Madia oltre che all’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio de Vincenti , circa la necessità di avviare un patto nazionale per la salute ,sono rimaste perlopiù lettera morta, il calcolo del riparto dei fondi nazionali destinati alla sanità continua a danneggiare le Regioni più popolose del Sud solo perché l'età media è più bassa, non si riesce ad invertire il trend di migrazione sanitaria al Centro-Nord nonostante la presenza di eccellenti professionisti nelle nostre Regioni.

Nel frattempo noi medici, invecchiati e demotivati, con i giovani colleghi in parcheggio o costretti ad emigrare, con i numerosi “non più giovani” precari in “ fiduciosa “ attesa di una stabilizzazione, ci facciamo carico in prima persona delle contraddizioni di un sistema in crisi.

Se gli ospedali si svuotano di personale nei mesi estivi e non solo con tutti i disservizi conseguenti, se l'ambulanza del 118 tarda o il paziente percepisce di avere aspettato troppo, se i turni di servizio diventano massacranti e fonte di aggravio di stress psicofisico per un mestiere non certo semplice, se gli avvocati che si occupano di colpa medica ci fanno sentire il loro fiato sul collo anche con pervasiva pubblicità, se il delicato rapporto di fiducia medico-paziente è saltato ed andrebbe completamente rifondato, se il licenziamento e la radiazione dall'ordine professionale stanno diventando un nostro frequente incubo notturno: i primi a pagarne le conseguenze siamo noi medici.

A nulla sono valsii i nostri avvertimenti e le nostre proteste, prima istituzionali e poi pubbliche, tanto che qualcuno in maniera sprezzante ci ha suggerito di smetterla perché inutili : vox clamantis in deserto.

A nulla sono valse le pubbliche assemblee e gli stati di agitazione proclamati, forse perché i problemi sono talmente complessi ed incancreniti che le soluzioni non sono proprio dietro l'angolo

Scevri dunque da facili sciacallaggi del senno del poi, non ci resta che proporre la istituzione degli Stati Generali della Sanità Campana ai fini della stipula di un Patto sulla salute che coinvolga tutte le forze attive nel settore , dopo il nostro completo , fallimento sul piano Nazionalie., in modo magari da far ripartire dalla Campania un progetto di collaborazione con il fine ultimo del perseguimento della salute pubblica.


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